Home > DOCUMENTI > Catechesi sull'APOCALISSE > CAPITOLO 16

[10] IL QUINTO VERSÒ LA SUA COPPA SUL TRONO DELLA BESTIA E IL SUO REGNO FU AVVOLTO DALLE TENEBRE. GLI UOMINI SI MORDEVANO LA LINGUA PER IL DOLORE
A) “Sul trono della Bestia”. Dio muove ora direttamente guerra al capo degli empi: la Bestia. Si tratta della Bestia che saliva dal mare (Ap 13,2), cioè dell’Anticristo escatologico. Il trono è la sede del potere del Re; il trono della Bestia è il simbolo non solo della sua autorità, ma indica anche il luogo dove egli regna incontrastato. Infatti, nella lettera a Pergamo, Cristo dice che Satana ha in quel luogo “il suo trono” (cfr. Ap 2,13); cioè lì domina incontrastato. Il trono della Bestia è quindi un simbolo per indicare il suo regno iniquo, (qualcuno dice per indicare la sua capitale), il quale regno immerge nelle tenebre. Il trono, è un simbolo anche per indicare l’autorità che è stata data alla Bestia, dal Diavolo (cfr. Ap 13,2). Come l’Agnello (il Figlio incarnato, la 2^ Persona della SS. Trinità) siede sul trono del Padre, così la Bestia (la 2^ persona della “trinità satanica”) siede sul trono di suo padre: il Diavolo. Viene colpito il trono della Bestia e come conseguenza l’intero suo regno è avvolto dalle tenebre. “Questo regno è la manifestazione terrena del potere di Satana. Si tratta di un potere terreno poiché chi subisce le conseguenze del flagello è l’umanità: solo “uomini” possono “masticare le loro lingue per il dolore del tormento”, non certo nature angeliche” (Edmondo Lupieri, L’Apocalisse di Giovanni, Mondadori, 2000, p. 240). Il regno dell’Anticristo è chiamato “Babilonia la Grande” (Ap 17,5) la “grande prostituta” (Ap 17,1), “la grande città che regna su tutta la terra” (Ap 17, 18), “l’immensa città” (Ap 18,18), per due motivi: 1) sia perché sarà un regno che avrà un’estensione mondiale, non circoscritto cioè solo ad una città, ad un paese, o ad una regione); 2) sia perché avrà la più grande manifestazione del potere del Diavolo a sostenerla, promuoverla, diffonderla e ad affermare il suo potere violento ed idolatrico. Di questa città grande è detto che:

1) “regna su tutti i re della terra” (Ap 17,18) i re che si sono prostituiti e hanno vissuto nel fasto con essa (Ap 18,9); 2) che “tutte le nazioni hanno bevuto del suo vino” (Ap 18, 3); e che “furono sedotte dalle tue malie” (Ap 18,23-24); 3) che “i mercanti della terra, che erano i grandi della terra (Ap 18, 23) - divenuti ricchi per essa - piangono su di lei, perché nessuno compera più le loro merci” (Ap 18,11.13); 4) che “tutti i comandanti delle navi e l’intera ciurma....gridano: quale città fu mai somigliante all’immensa città” (Ap 18, 17-18). È evidente da tutto questo che si tratterà di un regno mondiale: il regno dell’Anticristo sarà infatti come un NUOVO IMPERO ROMANO IDOLATRICO, esteso a tutto il mondo. Un regno mondiale, che durerà solo tre anni e sei mesi, fondato sull’idolatria, la bestemmia, la persecuzione di Cristo e della sua Chiesa, su una dittatura soffocante mai vista, che controlla tutto e tutti. Un regno fondato sull’omicidio di chi non adora la Bestia (cfr. Ap. 11,7); di chi non adora la statua della Bestia e non ha il suo marchio sulla fronte e sulla mano (cfr. 13, 15-18); ebbra del sangue dei santi, dei profeti e dei martiri (cfr. Ap 13,7; Ap 17, 6; Ap 19, 24); covo di demoni, di prostituzione e di corruzione (cfr. Ap 18, 2-3). B) “Fu avvolto dalle tenebre”. Come dopo la 5^ Tromba. È chiaro che, mentre perdura questo flagello, è sospesa ogni attività personale e sociale, segno evidente della prossima fine del regno della Bestia.

Il braccio di Dio si è mosso: ormai per la Bestia e il suo regno, le ore sono contate. Qui si tratta, come nella 5^ Tromba (Ap 9, 1-12), delle tenebre in rapporto al regno demoniaco dell’Anticristo. Questo flagello sembra, almeno nella prima parte, riferirsi anche alla 9^ piaga d’Egitto, le tenebre (Es 10,21-23; cfr. Sap 17, 1-5); ma il particolare che gli uomini si mordevano la lingua per il dolore, fa inclinare per un parallelismo con Ap 9,1-12. Nell’Apocalisse viene richiamato lo SCHEMA DELLE 10 PIAGHE, ma esse non sono “fotocopiate” in modo uguale: l’Apocalisse non è un doppione dell’Esodo! Giovanni afferma che ci sarà un NUOVO ESODO ESCATOLOGICO, che ci saranno delle piaghe: ma solo alcune saranno come quelle dell’Egitto, altre invece sono nuove. Inoltre le piaghe dell’Apocalisse saranno a carattere mondiale, mentre quelle dell’Esodo furono a carattere locale e parziale. Quindi nell’Apocalisse troviamo lo schema delle piaghe d’Egitto, ma non troviamo ripetute - pedissequamente - le singole piaghe di quell’Esodo. OGNI ESODO HA LE SUE “PIAGHE” SPECIFICHE, ADEGUATE ALLA GRAVITÀ DEI PECCATI DEGLI UOMINI.
C) Si tratta di un tormento “tenebre + cavallette”, che colpisce solo i seguaci della Bestia, gli adoratori dell’Anticristo. Uno dei tanti “avvisi”, ai figli del male per convertirsi, ai figli della luce per consolarli e dire loro che la storia è nelle mani di Dio e che la fine del male è vicina.
D) “Si mordevano la lingua”. Letteralmente: “si masticavano le lingue” = “èmasònto tàs glòssas”. Per disperazione, ma tuttavia non fecero penitenza, non presero occasione per convertirsi. La conversione e le opere sante sono il costante invito e il motivo morale di tutta l’Apocalisse . Molti autori fanno notare che le tenebre non sono un fenomeno propriamente doloroso. Da dove deriva allora il fatto che “si mordevano la lingua”? Alcuni sono arrivati ad affermare che questa sarebbe la “spia” che fa capire che doveva esserci una tradizione parallela ad Ap 9,1-12, dove si sarebbe fatto riferimento alle cavallette-scorpioni e alle loro punture terribilmente dolorose. Non essendoci però neanche un indizio nella tradizione del testo, si tratterebbe di fanta-Apocalisse. E. Corsini pensa addirittura che “mordersi la lingua” sia simbolo della dannazione eterna: la disperazione che regna nelle “tenebre esteriori” è espressa infatti con le parole “pianto e stridore di denti” (op. cit., pp. 308-309). Ma viene dimenticato che subito dopo è detto che essi “bestemmiarono Dio a causa dei dolori, invece di pentirsi delle loro azioni” (v.11). Ora la conversione è possibile solo quaggiù, sulla terra; non avrebbe senso invitare chi è dannato a....convertirsi. Qualche altro autore ricordando che il Libro della Sapienza accorda un posto centrale alla piaga delle tenebre (Sap 17), pensa che questa piaga sia di per sé molto spaventosa e insopportabile e quindi sarebbe da sola capace di produrre tanta disperazione (cfr. Pierre Prigent, op. cit., p. 487). Noi preferiamo la spiegazione che si richiama al parallelismo con Ap 9,1-12: è anche possibile che essendo ormai conosciuto lo schema della corrispondenza dei settenari, sia anche sottinteso in qualche particolare. Si tratterebbe, ancora una volta, di due variazioni su un unico tema.


[11] E BESTEMMIARONO IL DIO DEL CIELO A CAUSA DEI DOLORI E DELLE PIAGHE, INVECE DI PENTIRSI DELLE LORO AZIONI.

A) Questo concetto è stato già affermato al versetto 9. Più volte nell’Apocalisse viene detto che gli uomini, vedendo e subendo i flagelli medicinali, invece di convertirsi, bestemmiano, peggiorando così la loro situazione già grave. Al termine di queste 7 Coppe , viene ripetuto quanto era già stato affermato al termine delle 7 Trombe (cfr. Ap 9,20-21). Sia in questo versetto 11, come nel v. 9, viene registrata questa ostinatezza degli uomini a non convertirsi che era stato il tratto caratteristico anche degli egiziani e del Faraone durante il primo Esodo. Anche in questa caratteristica, ancora una volta, le allusioni all’Esodo, consapevoli e ricercate, sono evidenti. B) “Il Dio del cielo”. L’espressione è già usata in Ap 11, 13.

[12] IL SESTO VERSÒ LA SUA COPPA SOPRA IL GRAN FIUME EUFRATE E LE SUE ACQUE FURONO PROSCIUGATE PER PREPARARE IL PASSAGGIO AI RE DELL’ORIENTE. [13] POI DALLA BOCCA DEL DRAGO E DALLA BOCCA DELLA BESTIA E DALLA BOCCA DEL FALSO PROFETA VIDI USCIRE TRE SPIRITI IMMONDI, SIMILI A RANE: [14] SONO INFATTI SPIRITI DI DEMONI CHE OPERANO PRODIGI E VANNO A RADUNARE TUTTI I RE DI TUTTA LA TERRA PER LA GUERRA DEL GRAN GIORNO DI DIO ONNIPOTENTE.
A) La 6^ Coppa viene versata, il fiume Eufrate viene disseccato - viene tolto l’ostacolo - e i re che vengono da Oriente, hanno via libera per attraversarlo. B) “Il gran fiume Eufrate”. Sul fiume Eufrate era fondata Babilonia, la città empia. “Il fiume Eufrate era l’area geografica da cui venivano le invasioni che devastavano le terre d’Israele (cfr. Is 7,20; Ger 46,10, ecc.)” (La Bibbia di Navarra, Nuovo testamento, Edizioni Ares, 1994, nota ad Ap 9,13-19, p. 772). Spesso l’Eufrate rappresentava, in genere, tutto il mondo cattivo: quindi è innanzitutto simbolo del mondo malvagio. Eufrate è qui probabilmente una semplice figura, un simbolismo. Dall’Eufrate, nell’A.T. (cfr. Is 7,20; 8,7; Ger 46,10) partivano le armate nemiche per fare strage dei Giudei infedeli; e presso l’Eufrate si ammassavano gli invasori che irrompevano nell’impero romano (cfr. Ap 16,12). Nel nostro caso significa che LA VIA È APERTA PERCHÉ TUTTI I POTERI ANTICRISTIANI MUOVANO GUERRA ALLA CHIESA. Abbiamo qui un primo annuncio di quella battaglia finale tra le forze del male e le potenze del bene, che si chiama battaglia di Armaghedon (Ap 16, 16). “L’Eufrate, nella successiva tradizione popolare divenne la patria dell’Anticristo” (Gianfranco Ravasi, Apocalisse, Piemme, 2004, p. 91).

C) “Le sue acque furono prosciugate....”. La Coppa versata non produce immediatamente e direttamente un flagello, ma lo prepara, preparando la battaglia dell’Anticristo e degli eserciti dei re suoi alleati, contro Cristo e la sua Signoria assoluta. Poiché gli antichi invasori traversarono questo fiume per gettarsi sulla Palestina, il fatto che qui le sue acque vengono prosciugate, è segno di una prossima guerra. C’è un’allusione (“si asciugarono”) al modo con cui Ciro si impadronì di Babilonia (cfr. Is 44,27; Ger 1,38; 51, 36). Come infatti Ciro, deviando l’Eufrate, entrò in Babilonia, così ora prosciugato il letto del fiume - dalla sesta Coppa - si aprirà la strada ai re d’Oriente per correre con i loro popoli ad unirsi all’Anticristo e combattere contro Dio. Prosciugare le acque è un modo per dire che è aperta la via per l’invasione del nuovo Israele, da parte delle truppe dell’Anticristo. Questo prosciugamento assomiglia a quello del Mar Rosso (Es 14, 21) e a quello del fiume Giordano (Giosué 3,13-17) ma è di segno opposto: mentre quelli riguardavano la salvezza di Israele, stavolta non si realizza il passaggio del
popolo eletto, ma delle truppe dell’Anticristo, dei nemici di Dio per dare inizio alla battaglia e, in questo, si costituisce come un flagello. D) Non c’è dubbio che questa 6^ Coppa - che corrisponde alla 6^ Tromba - spiega, approfondisce e chiarisce quella 6^ Tromba: “Sciogli i quattro angeli incatenati sul gran fiume Eufrate /.../ pronti per l’ora, il giorno, il mese e l’anno per sterminare un terzo dell’umanità. Il numero delle truppe di cavalleria era 200 milioni. /.../ Da questo triplice flagello, dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che usciva dalla teste dei cavalli fu ucciso un terzo dell’umanità” (Ap 9,13-19). Nella 6^ Tromba infatti già si parlava di truppe di cavalleria, di sterminio di un terzo dell’umanità, quindi era già implicito il concetto di una “grande guerra”, ma il quadro generale non era così chiaro come in questa 6^ Coppa. Lì una mostruosa cavalleria demoniaca decimava gli uomini, qui è descritto - in modo analogo - lo schieramento delle forze tenebrose di Satana per aggredire il regno di Cristo. E) “Il passaggio ai re dell’oriente”. Vengono chiamati “re dell’oriente”, con allusione alle invasioni dei Parti e degli Sciti, che erano nel sec. I, i nemici più pericolosi e l’incubo della società greco-romana. Si tratta di un simbolismo per indicare popoli confinanti, minacciosi: nemici pronti per l’invasione. In ogni caso essi sono meri simboli di una realtà più vasta: il regno di “Babilonia la grande” e delle sue terribili prostituzioni contro Dio. Secondo alcuni autori in questi “re dell’Oriente” sono da vedere anche e innanzitutto i “10 re dell’Anticristo” (Ap 17, 12-14.16-18; cfr. Dan 7, 24-26), che “riceveranno potere regale per un’ora soltanto insieme con la Bestia” (Ap 17,12). La marcia di questi Re verso la Palestina e Gerusalemme, è simbolo della loro marcia verso la battaglia decisiva e per loro finale, che combatteranno contro l’Agnello (cfr. Ap 17,14), nella quale saranno annientati: questa battaglia- detta di Armaghedon - coincide - senza alcun dubbio - col cosiddetto combattimento messianico (cfr. Ap 19, 19), che si realizzerà col ritorno di Gesù sulle nubi (cfr. Ap 19, 11-16; Mt 24,30-31).
Questi 10 re dell’Anticristo prendono quindi parte allo scontro decisivo insieme con “i re della terra” (Ap 16,14; Ap 19,19). Se vengono radunati tutti i re di tutta la terra, e i re vengono ognuno col suo esercito e la sua cavalleria, evidentemente si tratta di un esercito grandemente numeroso e agguerrito e quindi quella che si prepara è una “GRANDE GUERRA”, contro i fedeli di Dio, contro i cristiani autentici. Dio permetterà che tutti i suoi nemici, si radunino in un solo luogo, per distruggerli con un solo colpo. Se qualcuno avesse dei dubbi su questa interpretazione, ci pensa Giovanni stesso a dissiparli, perché nel Cap. 19, fa lui stesso l’esegesi di questa 6^ Coppa, descrivendo chiaramente, senza mezzi termini e con particolari indubitabili, questa scena: “Vidi allora la Bestia e i re della terra con i loro eserciti, radunati per muovere guerra contro Colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito. Ma la Bestia fu catturata e con essa il falso Profeta. /.../ Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco e zolfo. Tutti gli altri furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al cavaliere, e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni” (Ap 19, 19-21). F) “I re dell’Oriente”. Nel testo greco l’espressione è diversa: “è òdòs ton Basilèon ton àpò ànatoles èlìou”; “la strada dei Re, quelli (che vengono) dal sorgere del sole”. Cristo viene da dove sorge il sole, da Oriente ( “verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge” Lc 1, 78). I re dell’Anticristo vengono da “dove sorge il sole”, cioè dalla stessa parte da dove viene Cristo, ma per opporsi a Cristo. G) L’Anticristo, col suo regno mondiale arriverà ad avere dalla sua parte “re, eserciti di tutte le nazioni, i mercanti della terra, i grandi della terra, i comandanti di tutte le navi, ecc.” (cfr. Ap 18-19), insomma un impero mondiale, crederà di mettere in campo una specie di “Invincibile armata”, eppure verrà sconfitto in modo umiliante e bruciante. H) “Dalla bocca del Drago....della Bestia....del falso Profeta”. Entra di nuovo in scena la trinità satanica presentata nel Cap 13 e riapparsa qua e là nei contrassegni della Bestia (cfr. Ap 14,11; 15, 2; 16,2).
Il Drago (il Diavolo), con le sue due Bestie - quella che viene dal mare, l’Anticristo (Ap 13,1) e quella che viene dalla terra, il falso Profeta (Ap 13, 11) - costituiscono una TRIADE SATANICA, UNA CONTRO-TRINITÀ, UNA TRINITÀ DIABOLICA, UNA TRINITÀ INFERNALE. Il Diavolo, scomparso dalla scena dopo il Cap. 12, agisce e colpisce il regno di Dio, attraverso le sue due Bestie. Egli appariva - per questo - un pò defilato, aveva lasciato completo campo d’azione alle due Bestie, attraverso le quali realizzava i suoi programmi. Adesso invece, all’improvviso, fa la sua comparsa accanto ai suoi due “aiutanti”, i suoi due “compari”. Evidentemente in vista della battaglia decisiva (ad Armaghedon) viene a dare il suo contributo sostanzioso, scende in campo direttamente. “Satana e le due Bestie costituiscono una sorta di “TRINITÀ MALVAGIA” (Edmondo Lupieri, L’Apocalisse di Giovanni, Mondatori, 2000. p. 194).
Come Satana è l’anti-Dio (Padre), così la Bestia è l’anti-Cristo e il falso Profeta è l’anti-Spirito Santo. Come il Padre invia il Figlio e lo fa conoscere e comunicare attraverso lo Spirito Santo, così il Drago (l’anti-Padre) invia la 1^ Bestia (l’anti-Cristo), che dal Diavolo riceve il potere e il regno; la 2^ Bestia (l’anti-Spirito Santo) fa conoscere, adorare e mettere in comunicazione idolatrica, gli uomini con la 1^ Bestia. La prima Bestia (dal mare) simboleggia il POTERE POLITICO IDOLATRICO (come quello degli ultimi imperatori romani); la seconda Bestia (dalla terra) simboleggia il FALSO POTERE SPIRITUALE (il potere spirituale satanico, magico, esoterico, con cui opera ogni sorta di “portenti, segni e prodigi menzogneri”, cfr. 2 Tess 2,9). Il falso potere religioso sarà al servizio dell’immonda adorazione del potere politico. Si tratterà di una vera e propria “associazione a delinquere”, una banda ben organizzata di truffatori e di lestofanti del male. La morte di Gesù fu attuata dal POTERE IMPERIALE ROMANO, ma con la collaborazione delle autorità religiose ebraiche di Gerusalemme. Così avverrà per l’Anticristo. Egli avrà in mano un POTERE IMPERIALE MONDIALE col quale cercherà di mettere a morte Gesù e la fede cattolica – CON LA COLLABORAZIONE DI UNA FALSA AUTORITÀ RELIGIOSA (il Falso Profeta) costruita “ad hoc” per lui e per i suoi piani perversi.
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Associazione Fede, Cultura e Società - a cura di Don Guglielmo Fichera - Ultima modifica: 11/09/2007 ore 16:30