Home > DOCUMENTI > Catechesi sull'APOCALISSE > CAPITOLO 20

INSOSTENIBILE IL MILLENNIO DI S. AGOSTINO
L’interpretazione simbolica di S.Agostino vede nell’ammissione delle anime al regno millenario, solo un’allegoria per affermare che, subito dopo la morte, ai giusti cristiani viene concessa la vita eterna. “Quest’ultima interpretazione è assolutamente insostenibile perché ammesse a partecipare alla “vita”, al “regno di Cristo” e al “sacerdozio” sono soltanto “le anime dei decapitati per la testimonianza di Gesù” e “coloro che non si prostrarono in adorazione dinanzi alla Bestia”, che sono anch’essi, inequivocabilmente, degli uccisi, perchè questo rifiuto comporta la morte (cfr. Ap 13,15). /..../ Gli ammessi a partecipare al regno millenario non possono essere identificati solo con i semplici seguaci di Cristo, i quali questi beni, (“vita”, “regno con Cristo”, “sacerdozio” spirituale) li posseggono addirittura già da questa vita (cfr. Ap 1,5, 5,10; 7,14). Il gruppo di cui qui si parla è ammesso a questi beni soltanto dopo la morte e una morte violenta, e in via del tutto eccezionale (cfr. Ap 20,5: “tutti gli altri morti non ebbero vita fino al compimento di mille anni”). È il carattere eccezionale della concessione di questi beni, a giustificare il fatto che qui si parli di un giudizio. /.../ L’ammissione al regno millenario è frutto di un giudizio. /.../ E questo giudizio riguarda solo i “decapitati” e i “resistenti” alle pretese della Bestia.

È questo, in qualche modo un “primo giudizio”, pronunciato da una corte celeste di “seduti sui troni”, tra i quali, in analogia con la visione di Daniele, si può ipotizzare incluso anche il “Seduto sul trono”. Per tutti gli altri morti c’è il Giudizio Universale. /.../ Se ci sono due giudizi, ci sono due risurrezioni. /.../ Lupieri per quanto riguarda la “prima risurrezione” ne deduce che deve trattarsi di “risurrezione con il corpo” e trae da ciò argomento per dire che il regno millenario si svolge sulla terra, dove questi “risorti” hanno mansioni e compiti specifici” (Eugenio Corsini, op. cit., p. 348 e p. 350).
“La distinzione della risurrezione dei morti e del giudizio di Dio in due fasi o due tappe, si trova già nell’apocalittica giudaica contemporanea o anteriore a Giovanni. Qui però le due fasi sono collegate con l’avvento futuro del Messia, alla fine del mondo.

Secondo certe concezioni, l’avvento messianico comporterebbe una risurrezione e un giudizio riservato al solo Israele e poi la risurrezione e il giudizio riguardanti tutto il genere umano. Giovanni /.../ conserva questa distinzione” (Eugenio Corsini, op. cit., p. 352). Abbiamo visto che ogni cosa che riguarda questa fase finale della storia si svolge in due tappe, in due fasi: doppia sconfitta di satana, doppia vittoria di Gesù, doppio giudizio, doppia risurrezione, ecc. “Il testo parla solo di “decapitati” e solo di quelli che hanno rifiutato di sottostare alle imposizioni idolatriche della Bestia e, per conseguenza, sono stati messi a morte. Vedere in questi “resistenti” i rappresentanti del sacrificio e talora dell’eroismo che comporta la sequela di Cristo e del suo messaggio è interpretazione governata dalla preoccupazione di togliere spazio ad ogni possibile lettura del testo in chiave millenaristica, ma È CONTRO LA LETTERA DEL TESTO” (Eugenio Corsini, op. cit., p. 355).Certo, coloro che partecipano alla prima risurrezione, hanno dovuto passare in terra dalla morte spirituale alla vita nuova. Ma qui Giovanni non si riferisce a questo, ma ad un gruppo particolari di martiri che rivivono in un corpo risorto.Anche S. Paolo aveva profetizzato: “Come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando Egli consegnerà il regno a Dio Padre. /.../L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte” (1 Cor 15,22-24,26).

L’interpretazione simbolica del regno millenario, “è quella più esposta al rischio di contraddizioni insanabili. Infatti, 1) se si sostiene (nell’interpretazione simbolica) che la battaglia di Armaghedon e quella di Gog e Magog, coincidono e sono entrambe l’allegoria del Giudizio finale, come si spiega l’inserimento, tra l’una e l’altra, dell’excursus sul regno millenario, da intendere come tutto il corso della storia della Chiesa? Ma ci sono paradossi di assai difficile soluzione. 2) Se il regno millenario significa la concessione della vita eterna ai giusti cristiani, che senso ha il fatto che a propiziarlo sia la vittoria di un angelo su Satana, una vittoria che è, per di più, di carattere temporaneo (“per mille anni”)?” (Eugenio Corsini, op. cit., p. 354). “Nell’interpretazione ecclesiastica tradizionale è rigorosamente esclusa ogni idea di successione cronologica, ed è convinzione diffusa che i due scontri [A) Armaghedon;

B) Gog e Magog] costituiscano la rappresentazione del medesimo evento; così com’è comunemente accettata l’idea che il regno millenario sia l’allegoria della vita eterna concessa ai martiri e a tutti i giusti, durante il tempo della Chiesa. 3) A parte l’impossibilità d’identificare il regno millenario con il tempo della Chiesa, a rendere inaccettabile l’identificazione tra i due scontri è il fatto che l’identificazione, affermata in linea di principio, viene poi smentita dall’interpretazione che si dà dei due eventi. /…/ 4) Se la battaglia di Armaghedon rappresenta la vittoria escatologica di Cristo sulle forze del male, come mai della sconfitta di Satana si parla soltanto dopo lo scontro con Gog e Magog? 5) E se Armaghedon costituisce il giudizio finale sul mondo fatto da Gesù Cristo, come mai dopo l’annientamento della coalizione composta da Satana, Gog e Magog, si parla di un giudizio universale presieduto da uno seduto su “un grande trono bianco” (cfr. Ap 20, 11 ss) che evidentemente non è Gesù Cristo? /…/ 6) Della coalizione radunata in Armaghedon (dragone-Satana; Bestia; falso Profeta e “re della terra” (cfr. 16,13 ss), soltanto i componenti umani vengono sconfitti e distrutti dal Logos e dal suo esercito scesi dal cielo. La sconfitta e la distruzione di Satana avvengono dopo il regno millenario, quando a capo di un’analoga coalizione antidivina (Gog e Magog e le “genti” di tutta la terra abitata) tenterà l’assalto contro “l’accampamento dei santi” e “la città amata” (Eugenio Corsini, Apocalisse di Gesù Cristo, SEI, Torino, 2002, pp. 334-335).”S. Agostino ha inteso il regno millenario - afferma Alfred Wikenhausser - come riferito a tutta la storia cristiana, dalla risurrezione di Cristo fino alla fine del mondo. Per lui la “prima risurrezione” è la rinascita dalla morte del peccato mediante il battesimo; l’incatenamento di Satana è la sua condanna a starsene nei cuori dei malvagi, mentre il regno dei risorti indica il dominio spirituale che questi esercitano insieme a Cristo. Questa spiegazione ha incontrato nella Chiesa il massimo favore e anche oggi è sostenuta da qualcuno. Però ESSA NON È SOSTENIBILE, perchè l’incatenamento di Satana ha luogo solo dopo l’annientamento delle potenze ostili a Dio (N.d.R. l’Anticristo e il falso Profeta). Più rispettosi del testo, altri interpreti, pensano che il regno millenario avrà inizio solo dopo che le potenze anticristiane saranno state annientate; esso poi, a loro giudizio, è una PRESENTAZIONE PROFETICA di un periodo della storia della Chiesa, periodo di pace dai nemici esterni e interni e di magnifica fioritura. /.../ Altri interpreti pensano che la risurrezione dei martiri, sia solo il simbolo del rinnovamento della Chiesa, che si avrà quando saranno cessate le persecuzioni scatenate dalle potenze anticristiane. /.../ Una cosa è certa: Giovanni, nella sua visione, CONTEMPLA EFFETTIVAMENTE LA RISURREZIONE CORPOREA DEI MARTIRI e il loro regno insieme con Cristo sulla terra (ma non con un Gesù presente fisicamente sulla terra). Siccome però le sue visioni presentano gli avvenimenti futuri non direttamente, ma in forma simbolica, potremmo credere che questo regno di Cristo non debba divenire una realtà effettiva. /.../ Oppure pensare che voglia solo dire che i martiri godono di una ricompensa speciale” (L’Apocalisse di Giovanni, Morcelliana, Brescia, 1960, p. 211). R) “A causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio”. L’espressione è proprio uguale a quella di Ap 6, 9 : un’altra conferma dell’identità tra “gli sgozzati” e i “decapitati”. Allo stesso modo, nel Cap 14 dei 144.000 si dice che “recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo” (v.1), espressione diversa per dire la stessa cosa. Significa che questo gruppo è costituito da martiri.

S) “E quanti non avevano adorato la Bestia e la sua statua e non avevano ricevuto il suo marchio”. In questo modo Giovanni specifica in modo incontrovertibile che questi “decapitati”, questi 144.000 sono solo i martiri provocati dall’Anticristo, che sono solo questi che entrano nel regno millenario escatologico e quindi il regno millenario va posto solo dopo l’eliminazione dell’Anticristo e del falso Profeta. Prima di questo periodo “questo” regno, con queste caratteristiche e questi “inquilini” non c’era! T) “Ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni”. Chiamate questi 1000 anni come volete, fateli durare il tempo che volete. Una cosa è certa e assolutamente indubitabile: che questo periodo deve iniziare dopo la venuta dell’Anticristo e solo dopo. (cfr. S. Ireneo, Adv. haer. V, 35, 1). Esso non può in alcun modo essere assimilato a tutto il tempo della Chiesa.

QUESTO “MILLENNIO” – STA SÌ DENTRO LA STORIA DELLA CHIESA – MA NON LA COPRE TUTTA, NON SI IDENTIFICA CON TUTTA LA STORIA DELLA CHIESA: si tratta di un periodo “altro” e “diverso” da tutti gli altri; una fase unica e speciale rispetto a tutta la storia della Chiesa. Il numero 1000, nell’Apocalisse non indica un periodo di 10 secoli o di mille anni astronomici, ma è un numero simbolico per indicare un lungo e indeterminato periodo di tempo. Il periodo dei mille anni secondo la maggior parte degli esegeti, va preso, in senso figurato. Il particolare dei “mille anni” posteriori alla distruzione dell’Anticristo è ripetuto nel testo per ben sei volte, affinché a nessuno venga in mente di dubitare della sua realtà e della sua collocazione cronologica. Secondo S. Ireneo, V, 32., 10-16: “I giusti sono i risorti nella carne, coloro che raccolgono i frutti della loro sofferenza, che ricevono la vita in quella creazione in cui furono uccisi, e regnano proprio nella creazione in cui sopportarono la schiavitù” (Annali di storia dell’esegesi, 15/1, 1998, EDB, p.77).
Questa è la tradizione esegetica dei primi tre secoli, sostenuta da autori vissuti in epoca vicina a quella di Giovanni e, in alcuni casi, nella regione asiatica stessa dove fu scritta l’Apocalisse.

L’ERA NUOVA PROFETIZZATA DAI SANTI
I “mille anni” corrispondono all’epoca nuova di grande pace e sviluppo spirituale, profetizzata da grandi santi.

La nuova era di pace che Gesù donerà, dopo la distruzione dell’Anticristo, come abbiamo già visto, sarà un’epoca eminentemente mariana, la settima epoca mariana di Monfort, il tempo di pace prima del giudizio di San Bonaventura, l’epoca felice di S. Caterina da Siena; è la settima età della pace di S. Francesco di Paola, è l’era della pace e del grande sviluppo spirituale di San Luigi Orione; è l’Era del Fiat, dopo la dolorosa terza purificazione di Luisa Piccarreta; è l’avvento del Regno di Gesù con tutti i popoli della terra governati dalla Sua Legge, dopo la distruzione dell’Anticristo, di cui parla Catalina Rivas; è il settimo giorno santificato, il ripristino del paradiso terrestre, il tempo di grazia descritto da S. Ireneo. È, a nostro avviso, il trionfo del Cuore Immacolato di Maria di Fatima, è la venuta di un nuovo tempo, un tempo di primavera per la Chiesa, di Medjugorje, è il lungo periodo di pace e di grande sviluppo spirituale - sulla terra - prima del Giudizio finale, di Padre H.M. Fèret. Esso è certamente il tempo in cui si realizzeranno le profezie di Is 2, 11 e 65. È l’epoca di pace successiva al “Giudizio delle nazioni” (cfr. Lc 21,24; At 3,21; Ap 19,15) che avverrà alla “fine dei tempi” e che è definito “giorno del Signore”. Quindi alla “fine dei tempi” Gesù verrà sulle nubi del cielo, per compiere il giudizio delle nazioni, eliminare l’Anticristo, restaurare tutte le cose e far partire un’epoca di pace e di grande sviluppo spirituale in cui, come dice il profeta Daniele “il regno, il potere e la grandezza di tutti i regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo” (Dan 7,27): la Signoria di Cristo,la sua regalità messianica, sarà vissuta e trionfante sulla terra (cfr. Is 11 e 65) , per un lungo periodo di tempo. Il quadro descritto in Is 2 e 11 e 65, a livello mondiale, cioè per tutta l’umanità, fino ad ora non si è mai realizzato. Questo quadro di avvenimenti è definito “il giorno del Signore” ed è cosa ben differente e distante – come si può constatare - dal Giudizio Universale.

LUISA PICCARRETA
Questo “giudizio delle nazioni”, questo “giorno del Signore”, possiamo ben assimilarlo alla terza purificazione di cui parla Gesù a Luisa Piccarreta: “Figlia diletta mia, voglio farti sapere l’ordine della mia provvidenza. Nel corso di ogni duemila anni ho rinnovato il mondo. 1) Nei primi duemila lo rinnovai col diluvio. 2) Nei secondi duemila lo rinnovai con la mia venuta sulla terra, in cui manifestai la mia Umanità, dalla quale, come da tante fessure, traluceva la mia Divinità, e i buoni e gli stessi Santi dei seguenti duemila anni, sono vissuti dei frutti della mia Umanità e, come leccando hanno goduto della mia Divinità. 3) Ora siamo circa alla fine dee terzi duemila anni, e ci sarà una terza rinnovazione, ecco pertanto lo scompiglio generale; non è altro che il preparativo alla terza rinnovazione. E se nella seconda rinnovazione manifestai ciò che faceva e soffriva la mia Umanità e pochissimo ciò che operava la mia Divinità, ora, in questa terza rinnovazione, dopo che la terra sarà purgata e distrutta in gran parte la generazione presente, sarò ancora più largo con le creature e compirò la rinnovazione col manifestare ciò che faceva la mia Divinità nella mia Umanità. /.../ Ecco perché ti parlo spesso del vivere nel mio Volere, che finora non ho manifestato a nessuno. /.../ Deporre i modi umani ed agire coi modi divini” (Quando la Divina Volontà regna nelle anime, pp. 37-38).

CATALINA RIVAS
La fine dei tempi, il “giudizio delle nazioni”, il “giorno del Signore”, gli avvenimenti descritti in Ap 19 e poi mostrati nelle loro conseguenze in Ap 20, possono ben assimilarsi anche ai messaggi dati da Gesù a Catalina Rivas.“L’ora è grave, il pericolo imminente. /…/ La Vergine Santissima è Colei che trattiene ancora il “castigo” (Gesù, 25 gennaio 1996). “L’umanità sta vivendo tempi peggiori di quelli del grande diluvio. /…/ Dal Cielo cadranno fiamme che distruggeranno tutti i peccatori, assieme con l’opera del maligno” (Gesù, 26 luglio 1996). “Il mondo deve prepararsi a resistere agli attacchi della Bestia. È pronta la Grande Tribolazione e il mondo piangerà lacrime di sangue. /…/ L’umanità sta attraversando la crisi decisiva della sua storia. /…/ Lontano da Me, la maggior parte delle nazioni si consegnano alla Bestia, perché questa – aborto di Satana – lusinga gli uomini come in principio” (Gesù, 9 gennaio 1996). “La tribolazione è arrivata all’inizio del suo culmine” (Gesù, 24 gennaio 1996). “Quando esploderà la collera divina e l‘impero delle bestie avrà reso possibile la depravazione finale, sorgerà quel figlio delle tenebre. /…/ Riuscirà col potere malefico che gli è stato dato, a distruggere ed annientare i potenti e con essi i fedeli che credono in Me e in Me confidano (cfr. Ap 13, 5-8). /…/ Condurrà l’esercito più crudele e barbaro della terra (cfr. Ap 19, 19; Ap 16, 12-16; Ap 9, 13-19). Schiaccerà nazioni. Annienterà le stesse nazioni che ascoltarono la sua voce e seguirono le sue parole (cfr. Dan 7, 23-24; cfr. Ap 17, 12-13). /…/ Giungerà a Roma. Lui e il suo esercito profaneranno il luogo Santo e sarà abolito il sacrificio (cfr. Dan 9,27; cfr. Mt 24, 15). /…/ Allora, senza che intervenga mano d’uomo, sarà distrutto, perché gli verrà tolto tutto il potere per sempre (cfr. 2 Tess 2,8; cfr. Ap 19, 11-21; cfr. Dan 7,26). Accadrà questo e poi, l’avvento del Mio Regno che sarà un impero eterno. /…/ Tutti i popoli della terra saranno governati dalla Mia Legge (cfr. Dan 7,27; cfr. Ap 11,15.17; cfr. Ap 19,6-8; Ap 20, 4-6)” (Gesù, 11 gennaio 1996).

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Associazione Fede, Cultura e Società - a cura di Don Guglielmo Fichera - Ultima modifica: 11/09/2007 ore 16:30