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Falsità e imbrogli del Codice da Vinci

Storia della Chiesa di Bihlmeyer e Tuechle

6)  IL  PRIORATO  DI  SION
Non è un’istituzione medievale. Non è esistito nessun priorato di Sion, nel senso voluto oggi da Dan Brown, prima del 1956. Si tratta di una semplice associazione privata, fondata il 7 maggio 1956 ad Annemasse da un mitomane, Pierre Plantard (1920-2000), che si costruì il proprio “mito” affermando di essere discendente dei Merovingi e quindi di Gesù e Maria Maddalena. Egli scontò 12 mesi di carcere (1956-1957) perché accusato di corruzione di minorenni. Persino Lincoln, Leigh e Baigent, i tre autori del libro “The Holy Blood and the Holy Grail” (1982), consapevoli degli imbrogli operati da Plantard, hanno pubblicato un altro libro nel 1986, dal titolo “The Messianic Legacy” (L’eredità messianica) nel quale rivelano che Plantard è un mistificatore e che molti documenti pubblicati nel libro del 1982 sono falsi” (Andrea Tornielli, Processo al Codice da Vinci, Il Giornale, p. 180). L’associazione privata da lui costituita ebbe statuti regolarmente depositati presso la Sotto-Prefettura di Saint-Julien-en-Genevois con il nome completo di Priorato di Sion - C.I.R.C.U.I.T. (Cavalleria di Istituzione e Regola Cattolica e di Unione Indipendente Tradizionalista). Con esso si intendeva realizzare «un PRIORATO che servirà da centro di studio, meditazione, riposo e preghiere» per uno dei tanti ordini esoterici che proliferavano in Francia all’epoca. Di fatto non ha mai superato la dozzina di membri. Il Priorato di Sion, nato nel 1956, ovviamente non è mai stato fondato da Goffredo di Buglione (1060-1100) (cfr. p. 189 e p. 301). Dan Brawn, sul Priorato, fa sua la versione contenuta in “The Templar Revelation” secondo la quale si tratterebbe di un'organizzazione segreta di adoratori della divinità femminile, una sétta pagana che pratica il “culto della dea madre” e che avrebbe custodito l'antica sapienza gnostica e tutte le fantasie su Cristo e la Maddalena di Dan Brown.


7) PERSONAGGI FAMOSI E PRIORATO DI SION
Plantard ha ricavato il suo elenco di Gran Maestri del Priorato di Sion (cfr. pp. 382-383), dall’elenco di presunti Imperator, cioè capi supremi, dell’AMORC, l’Antico e Mistico Ordine Rosae Crucis (appartenente alla massoneria), fondato nel 1915 negli Stati Uniti da Harvey Spencer Lewis (1883-1939) e con cui Plantard era in contatto fin dagli anni 1940. Tranne Cocteau e monsignor Ducaud-Bourget, tutti i nomi di Gran Maestri del Priorato di Sion si ritrovano, vedi caso, nella genealogia mitica costruita per l’AMORC. In verità tutte le organizzazioni esoteriche fondate dal XVIII secolo a oggi si dotano di genealogie mitiche che risalgono ai Templari, a Noè, a san Giovanni o a Salomone, ecc.: esse hanno solo un carattere meramente mitico e simbolico.

8)  L’ULTIMA  CENA  DI  LEONARDO
A) Il quadro di Leonardo da Vinci non ritrae per niente M.Maddalena, come dice il libro (p. 286). Il personaggio alla destra di Gesù non è una donna, ma è San Giovanni Evangelista, che in tutti i dipinti della stessa epoca di Leonardo da Vinci  (cfr. Pietro Perugino, La consegna delle chiavi, 1481-82; Cappella Sistina, Vaticano; cfr. Gentile Bellini, La Trasfigurazione, 1487) è raffigurato con i capelli lunghi così come con i capelli lunghi e senza barba hanno rappresentato S. Giovanni spessissimo anche altri pittori, come Andrea del Castagno e Domenico Ghirlandato. L’idea di Dan Brown è stata definita «assurda» da una delle maggiori specialiste contemporanee di Leonardo, la professoressa Judith Veronica Field, docente alla University of London e presidentessa della Leonardo Da Vinci Society (cfr. Gary Stern, «Expert Dismiss Theories in Popular Book», The Journal News, 2 novembre 2003). Bisogna anche considerare due cose: 1) il dipinto a Leonardo fu commissionato dai religiosi domenicani, molto attenti all’ortodossia della fede; 2) se fosse vero che alla destra di Gesù non c’è Giovanni, ma la Maddalena, mancherebbe al  conto un Apostolo (ricordiamo che Giuda nel dipinto è presente). Dove sarebbe finito? E perché un Apostolo in meno?  Massimo Introvigne, direttore del Cesnur, fa questa interessante osservazione: “Ammettendo - per assurdo - che la persona seduta alla destra di Gesù Cristo nell’Ultima Cena fosse una donna, in che modo questo dimostrerebbe: (a) che la Maddalena era la moglie di Gesù Cristo; (b) che i due hanno avuto figli, i quali avrebbero dovuto governare la Chiesa; (c) che per preservare questa presunta verità è nato il Priorato di Sion, del quale faceva parte Leonardo? B) Brown inoltre adduce la mancanza di un calice al centro del tavolo come  prova che il Graal non è un recipiente materiale. Ma il dipinto di Leonardo vuole rappresentare particolarmente il momento in cui Gesù avverte, "uno di voi mi tradirà" (Gv 13,21) (cfr. p. 276). Non c'è nessun racconto dell'istituzione dell'Eucarestia nel Vangelo di Giovanni e la persona che siede vicino a Gesù non è Maria Maddalena (come vuol far credere Brown) ma S. Giovanni, ritratto come il consueto giovane effemminato di Da Vinci, comparabile al suo S. Giovanni il Battista. C) Il prof Aviad Kleinberg, docente dell’Università di Tel Aviv, di religione ebraica, aggiunge: “L'analisi che Brown fa dell'opera di Da Vinci è semplicemente ridicola. Presenta la Monna Lisa come un autoritratto androgino (cfr. pp. 144-146) quando è risaputo che ritrae una donna reale, Madonna Lisa, moglie di Francesco di Bartolomeo del Giocondo. Il nome certamente non è - come asserisce Brown - un beffardo anagramma di due divinità egizie della fertilità "Amon e l'Isa".

9) OPUS DEI
Per Dan Brown l’Opus Dei sarebbe una «sétta» che uccide chiunque conosce la “favola” di Gesù sposo della Maddalena. Purtroppo per Dan Brown, l’Opus Dei è un’istituzione non solo canonicamente approvata e lodata dalla Chiesa cattolica (Prelatura personale), ma il suo fondatore, San Josemaría Escrivá (1902-1975), è stato canonizzato come santo dal Papa nel 2002. Il Codice da Vinci è pieno di dichiarazioni false, calunniose ed infamanti dell'Opus Dei, com'è dimostrato dalla figura del "monaco" albino Silas, uno psicopatico e un killer spietato. Disgraziatamente per Dan Brown, l’Opus Dei non ha monaci, perché non è un istituto religioso monacale, né ha monasteri, né i suoi membri portano mai, o hanno mai portato, un abito particolare, tantomeno religioso. Le «informazioni» di Dan Brown provengono da un’associazione di ex-membri e di altre persone ostili all’Opus Dei, l’Opus Dei Awareness Network, esplicitamente menzionata nel romanzo (p. 44), che è collegata al più vasto «movimento anti-sette» (le cui discutibili tesi sono ampiamente criticate sullo stesso sito di Massimo Introvigne) e le cui faziose opinioni non sono in alcun modo condivise dalla gerarchia cattolica.

10)  NEGAZIONE   DEL  PECCATO  ORIGINALE
“È stato l’uomo, non Dio, a creare il concetto di “peccato originale”, secondo cui Eva ha assaggiato la mela e procurato la caduta della razza umana. La donna, che un tempo era la sacra generatrice di vita, adesso era diventata il nemico /…/ Il Graal simboleggia la dea perduta” (p. 280). “Il peccato originale è solo il simbolo del crollo del femminino sacro” (p. 492). La realtà del peccato originale è riferita in testi espliciti della Sacra Scrittura (Gen 3; Rom 5,12-21; 7, 14-25) e sostenuta e richiamata tante volte dagli scritti dei Padri della Chiesa e degli scrittori ecclesiastici già 1-2 secoli prima che Costantino fosse imperatore! Degli “effetti” del peccato originale sono piene le pagine bibliche. Sulla realtà del peccato originale e sulla sua trasmissione a tutti gli uomini, c’è unanimità tra cattolici, ortodossi e protestanti: questi ultimi dissentono solo sulla sua natura. Se non c’è il peccato originale, non c’è bisogno del Sacramento del Battesimo, della penitenza, di tutto quanto serve per “abbassare le montagne e riempire i burroni” (Lc 3,4-5) e non ci sarebbe bisogno della lotta intensa contro il peccato. Se non esistesse il peccato originale sarebbe un altro imbroglio anche il dogma cattolico dell’Immacolata Concezione di Maria SS.  Se non c’è il peccato originale, se non c’è una caduta, l’uomo non ha bisogno di un Salvatore; la morte e la risurrezione di Cristo sono inutili; la grazia di Cristo sarebbe inutile. Se non ci fosse il peccato originale, non sarebbe vero che l’uomo è incapace di redimersi da solo, ma potrebbe salvarsi con le sole sue forze, attraverso un’auto-redenzione. Siamo proprio all’apostasia dalla fede cattolica.


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Associazione Fede, Cultura e Società - a cura di Don Guglielmo Fichera - Ultima modifica: 11/09/2007 ore 16:30